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Discussion utilisateur:Adriana Valenti Sabouret

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Erdrokan (discuter) 22 février 2023 à 13:33 (CET)[répondre]

Votre modification sur « Constant Prévost » n'est pas vérifiable par une source : merci d'en ajouter une.[modifier le code]

Bonjour Adriana Valenti Sabouret, et merci pour votre participation à l'article « Constant Prévost » Émoticône sourire.

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Lomita (discuter) 28 février 2023 à 18:50 (CET)[répondre]

Pietro Antonio Leo[modifier le code]

Pietro Antonio Leo nacque ad Arbus, villaggio del capo meridionale della Sardegna, il 2 aprile 1766. Fu precocemente avviato dai genitori al lavoro agricolo ma, dotato di una viva e brillante intelligenza, proseguì gli studi dapprima nel suo stesso paese, poi a Cagliari dove, ospite di una famiglia presso la quale si era messo a servizio, perfezionò gli studi di grammatica latina, lettere e retorica, sotto la guida dei Padri Scolopi.

Il sostegno di uno zio ecclesiastico fu fondamentale nel permettergli d'intraprendere gli studi universitari. Così, nel 1785-1786, frequentò la Facoltà di Filosofia e, dal 1787 al 1789, la Facoltà di Medicina. In quest'ultimo eccelse a tal punto da passare dal secondo al quarto anno e conseguire onorevolmente la laurea nel 1791-1792.

Dopo aver esercitato la professione medica ad Arbus, Pietro Antonio Leo partecipò al concorso per la cattedra di Istituzioni mediche presso la Regia Università di Cagliari, resasi vacante grazie alla promozione del professore titolare, dottor Salvatore Cappai, alla cattedra di Medicina teorico-pratica. Leo si distinse agevolmente sugli altri due concorrenti e il sovrano, con Regie Patenti del 7 dicembre 1794, decretò la sua nomina, stipendiata con 100 scudi sardi.

Leo si dedicò ad introdurre in Sardegna i nuovi sistemi rivoluzionari della medicina europea e ottenne - grazie all'appoggio degli ambienti accademici che lo giudicavano "versatissimo nella teoria medica" - un "sussidio pubblico" per recarsi presso l'Università di Pisa al fine di perfezionare le sue conoscenze di botanica e di anatomia.

Si recò, a due riprese, in continente, nel 1798 e nel 1800, al fine di aggiornarsi apprendendo i progressi compiuti dalla scienza dell'epoca. In tali occasioni, conobbe illustri colleghi esperti nella clinica medica e frequentò i celebri ospedali di Santa Chiara a Pisa, Santa Maria Novella a Firenze, di Bologna, Milano, Torino e Genova. In particolare in Toscana, dove permase più a lungo, godette della protezione di F. Vaccà Berlinghieri - padre del chirurgo Andrea e zio del fisiologo F. Chiarenti -, che in Italia fu tra i primi critici delle dottrine mediche di John Brown e che nel 1797, provveditore dell'Università di Pisa, proclamò l'orazione per inaugurare l'albero della libertà a Firenze.

Il 20 febbraio 1798, giunse la nomina alla cattedra di Materia medica a Cagliari, a seguito di concorso in cui fu l'unico a presentarsi, con annuo stipendio di 600 lire di Piemonte e trattenimento di 200.

Dal 1801 al 1804 visse a Cagliari, interamente dedito all'insegnamento, all'assistenza medica e a ricerche sperimentali scientifiche. Nel settembre del 1801, inoltrò al governo viceregina l'audacissima richiesta di poter sperimentare sugli esposti, il nuovo metodo di vaccinazione per la prevenzione del vaiolo, ovvero la pratica messa a punto da E. Jenner nel 1798, più moderna ed efficace rispetto alla precedente metodica di "variolizzazione" con pus umano. Nel settembre del 1801 il Collegio della facoltà medica, di cui il dottor Leo era forse il membro più autorevole, interpellato da Carlo Felice di Savoia, viceré di Sardegna, espresse parere favorevole all'introduzione della vaccinazione nel Regno di Sardegna.

Nel 1804 il desiderio di aggiornarsi e di approfondire i suoi studi lo condusse dapprima a Montpellier, sede della prestigiosa Università di Chaptal, e infine a Parigi dove si ammalò gravemente e morì l'8 maggio del 1805, per flogosi epato - polmonare, alla giovane età di 39 anni, circondato dall'affetto dei patrioti sardi esuli nella capitale francese, come Gio Maria Angioy, Michele Obino e Matteo Luigi Simon. Si spense nella rue Pierre Sarrazin, hôtel de Lançon, e i suoi funerali si svolsero nella parrocchia di Saint-Sulpice.

Pubblicazioni

Nel 1801 la Reale Stamperia di Cagliari pubblicò l'opera di Pietro Leo intitolata "Di alcuni antichi pregiudizi sulla così detta sarda intemperie. Lezione fisico-medica", una innovativa dissertazione sulla malaria che dimostrava il suo sapere ponendolo come medico affermato e moderno.

Carriera extra accademica

La Regia Accademia di agricoltura di Torino elesse il dottor Leo, il 19 settembre 1798, "socio libero corrispondente" e, nell'estate del 1802, quando a Cagliari venne istituito il servizio sociale del "medico dei poveri", Leo fu uno dei quattro medici assegnati ai quartieri della capitale e destinato a quello di Stampace. Nel novembre dello stesso anno divenne medico delle Carceri, confermando il proprio impegno sociale.

Il 31 gennaio 1805, la Società agraria ed economica di Cagliari, sotto il patrocinio di Carlo Felice, lo elesse unanimemente socio ordinario, vantandonendone la notorietà a livello europeo e le benemerenze nella repubblica letteraria. Era, infatti, già membro dell'Accademia dei curiosi della natura di Erlangen, della Botanica di Ratisbona e della Mineralogica di Jena.

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici

  • Archivio Storico dell'Università di Cagliari, Regia Università degli Studi di Cagliari, Sezione I, s. 1.5 Patenti di nomina, b. 13, n. 1, cc. 155v-156v, 167v-168v, 209r-210r; ivi, s. 2.2 Concorsi per l'assegnazione delle cattedre, b. 52, n. 2, cc. 35r-40v, 63r
  • Table des décès et des successions (1791 vers 1953) 5ème bureau, 11è et 12è arrondissements anciens/ Table des succesions payées, Toutes lettres, de l'an VII (septembre 1798-septembre 1799) à l'an XIII (septembre 1804 - 1809) DQ880.
  • Archivi della parrocchia di Saint-Sulpice, Paris

Adriana Valenti Sabouret (discuter) 1 mars 2023 à 13:50 (CET)[répondre]

Création nouvelle page en italien, merci pour votre aide.[modifier le code]

Pietro Antonio Leo nacque ad Arbus, villaggio del capo meridionale della Sardegna, il 2 aprile 1766. Fu precocemente avviato dai genitori al lavoro agricolo ma, dotato di una viva e brillante intelligenza, proseguì gli studi dapprima nel suo stesso paese, poi a Cagliari dove, ospite di una famiglia presso la quale si era messo a servizio, perfezionò gli studi di grammatica latina, lettere e retorica, sotto la guida dei Padri Scolopi.

Il sostegno di uno zio ecclesiastico fu fondamentale nel permettergli d'intraprendere gli studi universitari. Così, nel 1785-1786, frequentò la Facoltà di Filosofia e, dal 1787 al 1789, la Facoltà di Medicina. In quest'ultimo eccelse a tal punto da passare dal secondo al quarto anno e conseguire onorevolmente la laurea nel 1791-1792.

Dopo aver esercitato la professione medica ad Arbus, Pietro Antonio Leo partecipò al concorso per la cattedra di Istituzioni mediche presso la Regia Università di Cagliari, resasi vacante grazie alla promozione del professore titolare, dottor Salvatore Cappai, alla cattedra di Medicina teorico-pratica. Leo si distinse agevolmente sugli altri due concorrenti e il sovrano, con Regie Patenti del 7 dicembre 1794, decretò la sua nomina, stipendiata con 100 scudi sardi.

Leo si dedicò ad introdurre in Sardegna i nuovi sistemi rivoluzionari della medicina europea e ottenne - grazie all'appoggio degli ambienti accademici che lo giudicavano "versatissimo nella teoria medica" - un "sussidio pubblico" per recarsi presso l'Università di Pisa al fine di perfezionare le sue conoscenze di botanica e di anatomia.

Si recò, a due riprese, in continente, nel 1798 e nel 1800, al fine di aggiornarsi apprendendo i progressi compiuti dalla scienza dell'epoca. In tali occasioni, conobbe illustri colleghi esperti nella clinica medica e frequentò i celebri ospedali di Santa Chiara a Pisa, Santa Maria Novella a Firenze, di Bologna, Milano, Torino e Genova. In particolare in Toscana, dove permase più a lungo, godette della protezione di F. Vaccà Berlinghieri - padre del chirurgo Andrea e zio del fisiologo F. Chiarenti -, che in Italia fu tra i primi critici delle dottrine mediche di John Brown e che nel 1797, provveditore dell'Università di Pisa, proclamò l'orazione per inaugurare l'albero della libertà a Firenze.

Il 20 febbraio 1798, giunse la nomina alla cattedra di Materia medica a Cagliari, a seguito di concorso in cui fu l'unico a presentarsi, con annuo stipendio di 600 lire di Piemonte e trattenimento di 200.

Dal 1801 al 1804 visse a Cagliari, interamente dedito all'insegnamento, all'assistenza medica e a ricerche sperimentali scientifiche. Nel settembre del 1801, inoltrò al governo viceregina l'audacissima richiesta di poter sperimentare sugli esposti, il nuovo metodo di vaccinazione per la prevenzione del vaiolo, ovvero la pratica messa a punto da E. Jenner nel 1798, più moderna ed efficace rispetto alla precedente metodica di "variolizzazione" con pus umano. Nel settembre del 1801 il Collegio della facoltà medica, di cui il dottor Leo era forse il membro più autorevole, interpellato da Carlo Felice di Savoia, viceré di Sardegna, espresse parere favorevole all'introduzione della vaccinazione nel Regno di Sardegna.

Nel 1804 il desiderio di aggiornarsi e di approfondire i suoi studi lo condusse dapprima a Montpellier, sede della prestigiosa Università di Chaptal, e infine a Parigi dove si ammalò gravemente e morì l'8 maggio del 1805, per flogosi epato - polmonare, alla giovane età di 39 anni, circondato dall'affetto dei patrioti sardi esuli nella capitale francese, come Gio Maria Angioy, Michele Obino e Matteo Luigi Simon. Si spense nella rue Pierre Sarrazin, hôtel de Lançon, e i suoi funerali si svolsero nella parrocchia di Saint-Sulpice.

Pubblicazioni

Nel 1801 la Reale Stamperia di Cagliari pubblicò l'opera di Pietro Leo intitolata "Di alcuni antichi pregiudizi sulla così detta sarda intemperie. Lezione fisico-medica", una innovativa dissertazione sulla malaria che dimostrava il suo sapere ponendolo come medico affermato e moderno.

Carriera extra accademica

La Regia Accademia di agricoltura di Torino elesse il dottor Leo, il 19 settembre 1798, "socio libero corrispondente" e, nell'estate del 1802, quando a Cagliari venne istituito il servizio sociale del "medico dei poveri", Leo fu uno dei quattro medici assegnati ai quartieri della capitale e destinato a quello di Stampace. Nel novembre dello stesso anno divenne medico delle Carceri, confermando il proprio impegno sociale.

Il 31 gennaio 1805, la Società agraria ed economica di Cagliari, sotto il patrocinio di Carlo Felice, lo elesse unanimemente socio ordinario, vantandonendone la notorietà a livello europeo e le benemerenze nella repubblica letteraria. Era, infatti, già membro dell'Accademia dei curiosi della natura di Erlangen, della Botanica di Ratisbona e della Mineralogica di Jena.

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici

  • Archivio Storico dell'Università di Cagliari, Regia Università degli Studi di Cagliari, Sezione I, s. 1.5 Patenti di nomina, b. 13, n. 1, cc. 155v-156v, 167v-168v, 209r-210r; ivi, s. 2.2 Concorsi per l'assegnazione delle cattedre, b. 52, n. 2, cc. 35r-40v, 63r
  • Table des décès et des successions (1791 vers 1953) 5ème bureau, 11è et 12è arrondissements anciens/ Table des succesions payées, Toutes lettres, de l'an VII (septembre 1798-septembre 1799) à l'an XIII (septembre 1804 - 1809) DQ880.
  • Archivi della parrocchia di Saint-Sulpice, Paris

Adriana Valenti Sabouret (discuter) 1 mars 2023 à 13:50 (CET)[rispondi][répondre]

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Adriana Valenti Sabouret (discuter) 1 mars 2023 à 14:22 (CET)[répondre]

Si vous souhaitez contribuer en italien, c'est là: https://it.wikipedia.org/ --Lewisiscrazy (discuter) 1 mars 2023 à 17:46 (CET)[répondre]
Merci beaucoup! J'ai soumis mon texte en italien et je suis en attente de révision. Belle soirée. Adriana Valenti Sabouret (discuter) 1 mars 2023 à 19:33 (CET)[répondre]